LA CISTITE INTERSTIZIALE: CONOSCERLA PER CONVIVERCI

Articolo estratto da “ Natura e Benessere” F.N. Editrice S.r.l

Periodico trimestrale di medicine Complementari, Terapie Naturali, Alimentazione, Tecniche e Metodologie, Ecologia Ambientale e Termalismo

anno 5-  N. 16- 2005 (pagg.44-45)

LA CISTITE INTERSIZIALE: CONOSCERLA PER CONVIVERCI

 

Nel vasto universo delle malattie rare ne esiste una che colpisce l’apparato urogenitale femminile, porta severi e fastidiosi disagi e trasforma, talvolta, la vita delle donne affette da tale disturbo in un dolorosissimo calvario.

 

Parliamo della la cistite interstiziale, definita come un’infiammazione cronica della parete della vescica. Tale malattia non è causata da batteri, come nel caso della cistite “comune”, perciò non è trattabile con antibiotici. Al momento non sono certe  le cause che la generano e sono poche le terapie capaci di curarla in modo definitivo.

 Normalmente, la parete interna della vescica è coperta da uno strato di materiale organico che funziona da rivestimento.

Questa protezione si trova a contatto diretto con le urine, ed ha il compito di difendere la vescica sia dalle sostanze tossiche e corrosive presenti in esse sia dalle aggressioni batteriche esterne. Nelle persone affette da cistite interstiziale, per motivi non ancora chiariti, lo stato protettivo si assottiglia e, nel tempo l’urina corrode e indurisce il tessuto della parete vescicale creando lesioni e riducendo l’elasticità dell’organo.

Si ritiene che esistano due tipi di cistite interstiziale. Il tipo più comune, presente sia nelle donne giovani sia in quelle di mezza età è la non ulcerativa; in questo caso la vescica conserva una capienza quasi normale e nella sua parete possono essere presenti delle glomerulazioni (cioè zone dove vasi capillari sanguinanti sono organizzati in piccolissimi gomitoli, grandi quanto una capocchia di spillo). Il genere di cistite più frequente nelle donne anziane ed in quelle che hanno passato la mezza età è la cistite interstiziale ulcerativa; in questo caso la vescica diminuisce la sua capacità fino a contenere meno di mezza tazza di urine e nella sua parete possono essere presenti screpolature, cicatrici e ulcere, queste ultime chiamate ulcere di Hunner.

I sintomi pur variando da persona a persona, sono molto simili a quelli che si manifestano nelle “comuni” infezioni delle vie urinarie quali, ad esempio, frequenza e urgenza accompagnata da bruciore, dolore, senso di pressione e spasmi presenti nella zona, addominale, uretrale e vaginale. Questi disturbi peggiorano, nella maggior parte delle donne, in prossimità del periodo mestruale o in momenti di stess, e si possono manifestare  durante i rapporti sessuali che, per altro, diventano dolorosi.

Alla cistite interstiziale sono frequentemente associate altre patologie come, sindrome da colon irritabile, problemi allo stomaco, endometriosi, infiammazioni e infezioni vulvo-vaginali, pelle sensibile, asma e problemi di allergie in genere, emicrania, fibromialgia, lupus erimatosus e sindrome da fatica cronica. Al momento sono sconosciute le relazioni che legano questi disturbi alla cistite interstiziale.

 E’ difficile diagnosticare tale malattia alle sue prime apparizioni in quanto i sintomi che la caratterizzano sono simili a quelli di altre affezioni del sistema urinario; i test da eseguire per poterla accertare sono generalmente:

  • Analisi delle urine con “urinocoltura”: deve essere ripetuta di seguito per almeno tre mesi, con esito negativo per escludere la possibilità che si tratti di una comune cistite
  • Test urodinamici :servono ad osservare come si riempie e si svuota la vescica.
  • Cistoscopia : è un’endoscopia che esamina visivamente la parete interna della vescica.

Al momento, come detto, non esistono terapie che la curino completamente ma se ne può attenuare la sintomatologia.

Per alleviarne i fastidiosi disturbi si utilizzano svariati farmaci, ma è quanto mai opportuno non improvvisare per alcun motivo la terapia bensì rivolgersi sempre ad un urologo o ad un centro specialistico.

Le terapie si dividono in tre categorie.

Terapie medicinali: agiscono direttamente o indirettamente sul sistema nervoso;

 sono a base di antinfiammatori non steroidei, antispastici, antistaminici, antidepressivi tricicli e analgesici.

Tecniche citodistruttive: aggrediscono il rivestimento interno della parete della vescica per poi indurre una rigenerazione dello stato protettivo,

Tecniche citoprotettive: tendono a ristabilire lo strato protettivo della parete della vescica.

Al fine di alleviare i sintomi di questa malattia e migliorare la qualità di vita la farmacologia può essere integrata con altre terapie. Le più utilizzate sono: stimolazione elettrica, biofeedback, omeopatia, fiori di Bach, agopuntura, fitoterapia, psicoterapia, programma di rieducazione della vescica, massaggi terapeutici e tecniche di rilassamento.

Un ulteriore miglioramento dei disturbi si può ottenere modificando la dieta.

Laura Solito

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